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Filippo Moretti (Cesena, 11 settembre 1978)
è architetto e artista.
Nel 2003 si è laureato in Architettura al Politecnico di Milano (laurea quinquennale) con una tesi di Estetica, relatore il professore Massimo Venturi Ferriolo.
Nel 2005 ha conseguito presso l’Università di Bologna, sotto la direzione del professore Raffaele Milani, il Diploma di Master Universitario di II livello in Scienze e Progettazione del Paesaggio.
Dal 2005 è iscritto all'Ordine degli Architetti di Forlì-Cesena. Ha esercitato regolarmente la professione di architetto, concentrandosi soprattutto sulla ridefinizione materiale e formale di spazi interni e l’ideazione di aree verdi e giardini. 
Nella sua attività artistica ha realizzato opere che partono dalla fotografia per divenire altro, secondo un processo di alterazione ed intensificazione del reale.
Nel 2010 il suo progetto artistico
De-composizioni, caotica e spaesante proliferazione di segni e detriti, è stato documentato da un catalogo edito da Il Vicolo, con un testo critico di Marisa Zattini.
Ha partecipato come relatore a conferenze in università italiane e contribuito con saggi a pubblicazioni sui temi dell’architettura moderna e contemporanea. Il suo lavoro teorico si è sviluppato soprattutto sul rapporto tra natura e architettura, concentrandosi sulle architetture organico-naturalistiche e su quelle decostruttivo-istintuali.

Ha collaborato con la rivista trimestrale di arte e letteratura Graphie, per la quale ha scritto contributi teorici tendenti ad analizzare influenze e possibili contaminazioni tra l’ambito artistico - soprattutto espressivo/informale - e l’ambito architettonico.
Nel 2016 ha pubblicato il libro Architetture regressive. Paradigmi dell’architettura preistorica e suggestioni preistoriche nel moderno (editore Il Vicolo, prefazione di Massimo Venturi Ferriolo), lavoro nel quale viene esaminato il carattere dell’architettura pre-istorica e la sua valenza in quanto richiamo inconscio persistente, sottolineando possibili analogie con alcune architetture moderne.
Dal 2018 al 2022 è stato collaboratore alla didattica al Politecnico di Milano (Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni) per l’insegnamento di Estetica (prof. Lorenzo Giacomini) nell’ambito del Laboratorio di Progettazione Finale.
Nel 2020 il suo progetto artistico
Anarchetipi, re-interpretazione fluttuante di selvaggi scenari africani, è stato documentato da un catalogo edito da Il Vicolo, con un testo critico di Giuliano Serafini.


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